Ciao amici, sono settimane piene, ho terminato da poco la stesura di un romanzo breve, ho appena iniziato la revisione, e si inizia con l’editing di un altro romanzo, a tutto questo metteteci 8 ore d’ufficio al giorno, più tutti gli altri impegni quotidiani.
Ah, dimenticavo, non vado in ferie da agosto 2020.
Come già vi avevo scritto un po’ di tempo fa, molte uscite che avevo in programma sono slittate causa rallentamenti dovuti alla pandemia, ma eccoci qui con una nuova e bellissima novità:

Il Grande Racconto Di Dalí
Uscito da poco con Edizioni della Sera, un’antologia dedicata al grande Dalí e curata dalla grandissima Monia Rota, che è già curatrice della collana Artistica. Il volume dedicato a Dalí va a seguire quelli dedicati a Klimt, Modigliani e Renoir.
Cliccate qui per scoprire la collana.
Ognuno degli autori coinvolti in questo progetto ha scritto un racconto ispirato a una delle opere di Dalí.
Già potete immaginare di che genere sarà il mio, ma è stato meraviglioso lasciare che due forme d’arte si abbracciassero. Dalí, con la sua opera, mi ha trasmesso delle emozioni che ho buttato giù su carta.
Sono molto orgoglioso della storia che ne è nata, e non vedo l’ora di stringere tra le mani la mia copia per poter leggere tutti gli altri racconti, perché la mia copia è arrivata a casa dei miei genitori, e potrò vederla dal vivo solo ad agosto.
Il Grande Racconto di Dalí è già disponibile online e in tutte le librerie.
L’opera
Ed eccola l’opera che ha ispirato il mio racconto: Il Volto Di Guerra:

Ogni forma d’arte racchiude in sé una storia, spesso, prima di approcciare a un romanzo o a un racconto cerco l’ispirazione nei dipinti, ascolto ciò che hanno da raccontarmi, e quando ho scelto ‘Volto di Guerra’ di Dalí ho semplicemente lasciato che i colori e le immagini si trasformassero in una storia.
Vi lascio con un piccolo estratto del mio racconto ‘Ossessione Nera’:
La ragazza alzò un braccio scarnificato e lo indicò, chiedendogli aiuto. Spalancò la bocca e un grumo di vermi scivolò giù, divorato dalla melma che ribolliva. Il suo grido muto pietrificò il tempo: la serpe che aveva divorato il bulbo oculare si immobilizzò, con la lingua biforcuta a mezz’aria e le pupille nere fisse nelle sue.
Attimi di stasi, come se Marco stesse guardando solo un dipinto.
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Ci aggiorniamo questa settimana e… Buona lettura!
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